
Nasce a Roma il centro antiviolenza Appia Annia Regilla, grazie alla collaborazione tra Fondazione Cecchettin e Differenza Donna
Sacerdotessa di Demetra e di Tyche, donna autorevole immortalata in edifici in sua memoria, venne uccisa brutalmente quando era incinta, probabilmente su ordine di suo marito Erode Attico, precettore dei futuri imperatori Marco Aurelio e Lucio Vero, che però venne assolto. Quello di Annia Regilla, questo il suo nome, è il primo femminicidio della storia, con annessa vicenda giudiziaria piena di richiami per l’attualità: oggi un centro antiviolenza a Roma, nella città che venne sconvolta nel 160 dc, come le fonti riportano, dalla brutale notizia, porterà il suo nome. “Sarà un centro antiviolenza nazionale, aperto 5 giorni a settimana, h24. Siamo aperti da luglio e da allora abbiamo accolto già più di 20 donne, una delle quali era a rischio di vita e oggi è al sicuro con i suoi figli”. Questa la presentazione di Elisa Ercoli, presidente di Differenza Donna che oggi a Roma in Sala Stampa Estera ha presentato ufficialmente la nascita del cav e il partenariato con la Fondazione Giulia Cecchettin. Al tavolo con lei proprio Gino Cecchettin, papà di Giulia, e Maria Luisa Pellizzari, già Vice Capo della Polizia di Stato. Il partenariato infatti non sarà solo legato alle attività del cav (le richieste di aiuto che arriveranno alla Fondazione saranno indirizzate a Differenza Donna), ma anche alla formazione degli operatori della Polizia di Stato.
“La storia di Giulia ha rivoluzionato la società italiana, c’è un prima e un dopo Giulia. La sua storia- ha ricordato Ercoli- è quella di una violenza non riconosciuta perché tutta psicologica che arriva poi al femminicidio. Nei tribunali le donne trovano difficoltà a dimostrare il dominio psicologico in cui vivono. Faremo battaglia- assicura- vogliamo relazioni paritarie. Il nostro impegno è per sostenere le donne in uscita dalla violenza e prima di tutto le donne devono comprendere che c’è un’alternativa e avere consapevolezza perchè la donna vittima di violenza si occupa sempre del punto di vista del maltrettante e quindi serve che si riappropri del proprio punto di vista, anche per rendersi conto del rischio di vita che corre”. Differenza Donna, attiva dal 1989 “ha 22 avvocate, guidate da Teresa Manente, l’avvocata delle donne, siamo 330“. L’accesso alla salute, al ripristino delle relazioni genitoriali, al lavoro, all’autonomia abitativa, ha spiegato Elisa Ercoli, rappresentano le prime azioni da fare perché “la violenza è pervasiva” e chi la subisce smette di pensare a sé.
E’ l’invisibilità, in cui spesso le donne che subiscono violenza vivono, che deve far riflettere. Se lo domanda continuamente il papà di Giulia, Gino Cecchettin, e lo fa apertamente in conferenza stampa: quel grido di Giulia che non ha sentito, o non ha capito. “Giulia aiutava gli altri e la Fondazione è stata una risposta al dolore: cosa potevo fare per altre donne? La Fondazione promuove formazione per togliere la ‘cultura’ del possesso dalle relazioni”.
I corsi si fanno nelle scuole e nelle aziende, per arrivare anche ai genitori e “poiché non possiamo fare tutto per aiutare le vittime di violenza è nata quest’alleanza. Facciamo panchine rosse- ha ribadito Cecchettin- ma prendiamo per mano la donna e mettiamola in sicurezza”. Al suo fianco Maria Luisa Pellizzari, che Cecchettin conosce nei giorni in cui Giulia è una ragazza scomparsa e la si cerca ovunque: “Era commissario del governo per le persone scomparse e mi ha colpito la sua umanità in quel momento in cui ero cosi spaesato. Oggi è consigliera nella Fondazione”. Un impegno che ha sentito di proseguire naturalmente Pellizzari, terminato il suo incarico professionale. La formazione per gli operatori dei commissariati prevederà “tre giorni di didattica frontale, 4 ore al giorno e attività esperienziali e speriamo ne nasca un manuale, uno strumento fruibile”, ha aggiunto. Ha ricordato inoltre il fenomeno della vittimizzazione secondaria: “Ho l’impressione che dobbiamo riflettere ulteriormente, è sempre dietro l’angolo e la donna (che denuncia violenza, ndr) non può diventare imputata”.
“La speranza c’è”, ha affermato Gino Cecchettin. La vede nei giovani, nelle domande che fanno, “che non si riconoscono nel tratto del maschio possessivo, che cercano l’amore romantico. Giulia ha fatto capire ancora di più che la violenza agisce in ogni ambito sociale”. Così come sono speranza anche le 20 donne che quest’estate hanno raggiunto il cav Annia Regilla: “Noi sappiamo che è sommerso il 90% della violenza- ha ricordato Elisa Ercoli- è nostra la responsabilità di dare a loro fiducia perché possano parlare”.
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Articolo completo: https://www.dire.it/16-09-2025/1180704-video-sentenza-torino-gino-cecchettin-cosi-vittima-soffre-due-volte-a-roma-nasce-il-centro-antiviolenza-regilla/
Servizio TG5: https://www.youtube.com/watch?v=rxs7t8-_yIQ
Servizio Tg3: https://www.youtube.com/watch?v=wB1XgbYjLg8
Servizio TGR Lazio: https://www.youtube.com/watch?v=xy95soEKoAQ