Politeia (3)

PROGETTO POLITEIA - CASA DI SEMIAUTONOMIA

POLITEIA è un Progetto di Casa di semiautonomia, realizzato con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese, per donne vittime di violenza che hanno terminato il primo periodo di ospitalità nella Casa Rifugio ma che non hanno ancora raggiunto la piena autonomia economica e sociale. Politeia offre per un periodo di 12 mesi alle donne, italiane e migranti, e ai loro figli/e che non dispongono di risorse indispensabili all’avvio di una piena autonomia, un luogo in cui poter portare a compimento il progetto personale attraverso il raggiungimento di un’indipendenza economica ed alloggiativa.

Il progetto Politeia-Casa di semiautonomia è stato avviato in un appartamento situato dapprima a Tivoli e poi a Roma, in un immobile concesso da Poste Italiane a Differenza Donna in comodato d’uso. Nasce con l’obiettivo di consentire alle donne, italiane e migranti, di uscire dall’emergenza e di potersi dedicare al rafforzamento della costruzione di un proprio percorso di autonomia in un ambiente familiare, il più vicino possibile ad una situazione futura di autonomia totale.

Dall'altro lato, beneficiano dell'impatto del progetto anche la Rete Antiviolenza che vede facilitato il percorso di uscita delle donne dal circuito dell'emergenza delle Case Rifugio, nonché la comunità di appartenenza della casa stessa, dove i progetti di reinserimento delle donne saranno esempi moltiplicatori di percorsi di libertà.

La legge 119/2013 ha previsto fondi per i Centri Antiviolenza e le Case Rifugio che ospitano le donne in fuga da situazioni di violenza con i loro figli e le loro figlie e che intervengono nella prima fase di uscita dalla situazione di pericolo garantendo loro accoglienza e ospitalità per un periodo massimo di 6 mesi, offrendo tutela, protezione e avvio al reinserimento socio-lavorativo.

Le Case di Semiautonomia previste dal Piano Nazionale Antiviolenza sono parte della messa a sistema di sostegno e protezione alle donne in fuga dalla violenza, ma sono scarsamente presenti rendendo i percorsi di uscita dalla violenza difficili se non impossibili nella loro realizzazione. La mancanza di queste strutture di secondo livello di ospitalità mette in crisi i percorsi delle donne e dei minori che necessitano di una fase di consolidamento. 

La città di Roma in particolare ha visto nascere molti Centri Antiviolenza (http://www.regione.lazio.it/rl/dallapartedelledonne/i-centri-antiviolenza/) che facilitano l'emersione delle situazioni di violenza. Più emersione abbiamo più necessitiamo di Case Rifugio e Case di Semiautonomia.

Oggi quindi abbiamo un gran bisogno di posti di primo e secondo livello. Questa necessità è continuamente sottolineata anche dalle forze dell'ordine e dalla magistratura.

Un percorso solido e certo per almeno 6 mesi nella prima fase e 12 mesi nella seconda significa garantire alle donne la possibilità di dedicarsi anche alle attività processuali in ambito civile e penale. Molte sono le donne che a causa di fragilità economica, sociale, abitativa sono costrette a rinunciare alla partecipazione processuale penale o ad accettare condizioni poco congrue per il procedimento civile.

Come sappiamo a tutto ciò si unisce una situazione abitativa sempre più critica nel nostro paese Italia ed in particolare a Roma, che nelle situazioni di donne e bambini in uscita dalla violenza diventa centrale nel percorso futuro di reinserimento sociale e lavorativo.
Una Casa di Semiautonomia in tali situazioni di criticità fa davvero la differenza.

I percorsi di autodeterminazione e di libertà dalla violenza delle donne accolte dalla Casa di Semiautonomia Politeia procedono in continuità e coerenza con il lavoro avviato dalle Case Rifugio.

Le donne hanno l'agio di essere ospitate con i loro bambini e le loro bambine per un periodo tra i 6 e i 12 mesi. In questo periodo sono sostenute in base all'elaborazione di progetti individuali finalizzati alla promozione del benessere e della salute psico–fisica, all’individuazione, valorizzazione e al rafforzamento delle loro competenze orientando l’intervento alla loro completa autonomia e al reinserimento sociale e lavorativo.

Le operatrici di Differenza Donna che compongono l’équipe della Casa di Semiautonomia offrono sostegno nella prosecuzione del progetto, supporto alla genitorialità, spazi ludico-ricreativi per i bambini e le bambine, orientamento al lavoro, consulenza ed assistenza legale (civile, penale, minorile), sostegno nella ricerca di soluzioni abitative stabili, sostegno scolastico rivolto ai/lle minori, sostegno all’alfabetizzazione della lingua italiana per le donne migranti.

La metodologia di cui si avvale il progetto della Casa di Semiautonomia Politeia si basa su:

APPROCCIO DI GENERE come visione generale e background culturale e teorico. Ciò si traduce nell’uso metodologico e sistematico della consapevolezza dell’impatto negativo che le ineguaglianze tra maschile e femminile hanno sui comportamenti quotidiani e il bisogno indispensabile di indirizzare i propri sforzi  alla ricerca di una trasformazione delle inequità in affermazione di nuove visioni, nuovi diritti, accesso a pari opportunità.

EMPOWERMENT delle donne ospitate come obiettivo generale di progetto.

RAFFORZAMENTO DELLA GENITORIALITA': le donne in uscita dalla violenza sono state minate nel loro rapporto con i figli e i danni conseguenti possono portare questi ultimi a vedere danneggiata la loro identità, la loro capacità di affrontare le situazioni della vita. Rinforzare la serenità e i percorsi di fuoriuscita dalla violenza significa anche poter dare agio alla relazione madre-figli indispensabile per consolidare un futuro autonomo e felice, sicuro fuori dalla violenza.

La Casa Politeia utilizza un approccio psico-socio-educativo che pone ogni persona accolta al centro dell’intervento, in un’ottica di rafforzamento e progressiva acquisizione di autonomia.

Ogni progetto personalizzato assicura l’integrazione funzionale ed operativa con gli altri servizi esistenti sul territorio, ed in particolare con gli enti di formazione e di lavoro.

Nella Casa le donne con i loro figli e le loro figlie possono avere l'agio di invitare i propri amici, le proprie amiche, le famiglie dei compagni e delle compagne di classe, riattivando una socialità positiva e allargata.

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