
Differenza Donna esprime dolore e rabbia per il femminicidio di Tina Sgarbini. Il femminicidio è la punta dell’iceberg di una violenza sistemica.
COMUNICATO STAMPA
L’associazione Differenza Donna esprime profonda vicinanza ai familiari, alle persone care e all’intera comunità di Montecorvino Rovella, colpita dal femminicidio di Tina Sgarbini, 47 anni, madre di tre figli, uccisa all’interno della propria abitazione.
Siamo di fronte all’ennesima vita spezzata da una violenza maschile che trova radici profonde in una cultura patriarcale che legittima il possesso, il controllo e l’annientamento dell’autonomia femminile.
Il femminicidio non è l’esito improvviso di una lite – come purtroppo stiamo leggendo in queste ore su alcuni quotidiani locali – ma l’ultimo atto di una lunga catena di violenze, spesso invisibili, normalizzate, minimizzate. È il frutto di un controllo totalizzante, di una negazione dell’autodeterminazione femminile, di un sistema che pretende ancora la subordinazione della donna all’uomo.
Tina Sgarbini, secondo quanto riportato dalla stampa e dai familiari, aveva deciso di interrompere una relazione. Ed è proprio la non accettazione da parte degli uomini violenti di questo atto di libertà e di autodeterminazione, che li porta a decidere di compiere atti di estrema violenza, fino ad arrivare al femminicidio.
Oggi, insieme al dolore e alla rabbia, vogliamo però rilanciare un messaggio a tutte le donne: non siete sole!
Come Differenza Donna, con i centri antiviolenza “Anna Borsa” di Pontecagnano-Faiano, “Leucosia” di Salerno e “Aretusa” di Atena Lucana attivi in provincia di Salerno siamo quotidianamente impegnate ad accogliere, proteggere e accompagnare le donne nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza.
Come Differenza Donna, inoltre, continueremo a lavorare con forza e determinazione per far sì che le istituzioni si assumano con serietà il compito della prevenzione, investendo in formazione, educazione alle relazioni, promuovendo una cultura del rispetto e del consenso, potenziando i centri antiviolenza e garantendo accesso e continuità ai percorsi di fuoriuscita dalla violenza.
Per una società in cui le donne possano avere fiducia nelle istituzioni, a partire dalle forze dell’ordine e non sia più necessario piangere una vita spezzata per ricordarci quanto ancora ci sia da fare per affermare il diritto delle donne a vivere una vita libera dalla violenza.