
Differenza Donna: sconcerto e condanna per l’istituzione dello sportello per uomini vittime di violenza nel Municipio VI a Roma.
L’Associazione Differenza Donna esprime sconcerto e ferma condanna nei confronti della Direttiva di Giunta n. 25 del 12 febbraio 2025 del Municipio Roma VI delle Torri, che prevede l’istituzione di uno “sportello d’ascolto per uomini vittime di violenza”, fondato su una narrazione mistificatoria, priva di basi scientifiche e intrisa di pregiudizi antifemministi. Siamo di fronte all’ennesimo tentativo istituzionale di ribaltare la realtà della violenza di genere nei confronti delle donne, in un momento in cui le donne continuano a essere uccise, perseguitate e violate da partner, ex partner e uomini che agiscono dinamiche di potere e controllo profondamente radicate nella cultura patriarcale.
L’impianto ideologico della direttiva approvata dalla Giunta municipale si fonda su dati decontestualizzati e non accreditati, e adotta concetti del tutto privi di validazione scientifica, come la cosiddetta “alienazione parentale”, rigettata e stigmatizzata da organismi internazionali, tra cui il Comitato ONU CEDAW e il Parlamento europeo. Si tratta di strumenti retorici per screditare le donne che denunciano maltrattamenti e per silenziare le loro richieste di protezione, alimentando una cultura del sospetto che ha già prodotto gravi conseguenze nei tribunali pregiudicando i diritti dei bambini e delle bambine.
L’intento di questa direttiva è delegittimare la battaglia delle donne contro la violenza di genere nei confronti delle donne, mettendo in discussione l’esistenza stessa di questa violenza e relativizzandola come “violenza senza genere”. Questo approccio cancella la dimensione strutturale patriarcale della violenza riconosciuta tale da tutti gli organismi sovranazionali e alimenta la confusione nell’opinione pubblica, vanificando decenni di lavoro politico, giuridico e sociale portato avanti dai Centri antiviolenza.
Differenza Donna difende con forza il significato politico dell’espressione “violenza di genere”, che non può essere ridotta a una generica esperienza individuale. Le violenze subite dalle donne non sono episodi neutri: sono espressione di una gerarchia sociale che colpisce chi osa sottrarsi al dominio. Parlare di “uomini maltrattati dalle donne” come fenomeno simmetrico è una falsificazione gravissima, che si traduce in una strategia istituzionale di restaurazione patriarcale, utile a minare la credibilità delle donne che denunciano.
Rigettiamo con decisione ogni iniziativa che, sotto l’apparenza dell’equità, agisce per mistificare le condotte maltrattanti maschili e per ridimensionare il riconoscimento della violenza di genere nei confronti delle donne, ostacolando le politiche pubbliche di prevenzione e protezione fondate sull’analisi strutturale e di genere.
Chiediamo alle istituzioni democratiche, locali e nazionali, di non farsi strumento di campagne negazioniste e reazionarie, ma di continuare a sostenere, con risorse adeguate e azioni fondate sui diritti umani, il lavoro dei Centri antiviolenza femministi e la piena attuazione degli obblighi sanciti dalla Convenzione di Istanbul, che resta il principale strumento internazionale per contrastare la violenza di genere nei confronti delle donne.